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L’ANTEPRIMA DEL CHIARETTO – EDIZIONE 2021

Ho avuto il piacere di partecipare all’Anteprima del Chiaretto di Bardolino nel 2019. Una bellissima esperienza che mi ha portata alla scoperta approfondita di un vino

che, come nella migliore tradizione italiana, si fonde completamente con il suo territorio meraviglioso.

Come sappiamo però, a causa del perdurare della pandemia, tutte le anteprime e gli eventi del settore sono stati annullati, o comunque ripensati e ridimensionati.

E così ha fatto anche il Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino che ha deciso di non rinunciare all’Anteprima del Chiaretto 2021, ma di ripensarla in una veste del tutto nuova e assolutamente innovativa.

Per la dodicesima edizione della manifestazione, infatti, sono state inviate delle campionature di Chiaretto di Bardolino della nuova annata ricondizionate in bottigliette di vetro del contenuto di 5 cl, ovvero il quantitativo normalmente servito nelle degustazioni professionali, utilizzando le bottiglie di Vignon®, il primo servizio italiano di ricondizionamento di vino e alcolici.

Assieme ai campioni di Chiaretto di Bardolino, sono stati inviati anche degli assaggi di formaggio Monte Veronese Dop e un minilibro dedicato al Chiaretto che è una vera e propria chicca.

Ci sarà anche una “seconda fase” dell’Anteprima del Chiaretto che coinvolgerà i produttori e i ristoranti della città di Verona nel mese di maggio, quando prenderà il via anche la seconda edizione di 100 Note in Rosa, manifestazione che animerà le serate estive della città scaligera, della provincia e della riviera gardesana con i migliori talenti musicali di Verona.

Considerato “il vino rosa italiano”, il Chiaretto di Bardolino proviene dalla sponda orientale del lago di Garda, in provincia di Verona, nel Veneto. Nonostante il lago di Garda sia ai piedi delle Alpi, il suo clima è mediterraneo e sulle sue rive fioriscono gli olivi (ricordiamo il famosissimo Olio Garda Dop), i limoni e la macchia mediterranea.

Negli ultimi anni si parla tanto di vino rosato e della sua costante crescita sia in termini di produzione che di consumi. Possiamo contare tantissimi esempi di rosè prodotti in altrettanti areali differenti con esperimenti (talvolta dei veri e propri azzardi) più o meno riusciti. Ma quando parliamo di tradizione e di storia del vino rosato italiano non possiamo che parlare di lago di Garda e del suo Chiaretto.

Le origini del Chiaretto risalgono all’epoca imperiale romana, quando vennero istituite le province della Gallia Cisalpina, che comprendeva il lago di Garda, e della Gallia Transalpina, che includeva la Provenza. In entrambe le province, i Romani svilupparono la viticoltura attraverso il modello agricolo della “villa rustica” e l’introduzione degli antichi torchi da vino. L’uso del torchio non prevede un contatto prolungato tra il mosto e le bucce dell’uva (che contengono sostanze coloranti, i c.d. antociani), per cui i vini prodotti in epoca antica nelle due Gallie erano di colore rosa.

Il più antico documento locale che menziona la parola “Chiaretto” legata al vino è l’edizione del Vocabolario della Crusca stampato a Verona nel 1806.

Il Chiaretto di Bardolino ebbe il riconoscimento della DOC nel 1968, allora nominato Bardolino Chiaretto e fu una delle prime Doc italiane.

Con la vendemmia 2014, i produttori di Chiaretto hanno messo in atto quella che è stata battezzata come la Rosè Revolution, orientata a valorizzare il colore delicato delle uve autoctone locali e a mettere in luce i profumi agrumati della Corvina Veronese. Ma è nella recente primavera che, con la modifica del disciplinare di produzione, la denominazione ha adottato ufficialmente il nome Chiaretto di Bardolino, rimarcando maggiormente la forte identità territoriale del vino rosa veronese.

Prodotto sia nella versione ferma che, in piccoli quantitativi, in versione spumante (sia Charmat che Metodo Classico), il Chiaretto di Bardolino è leader nel settore del vino rosa italiano con una produzione di circa 10 milioni di bottiglie l’anno e con una sempre maggiore percentuale di export (circa il 60%) che vede come paese capofila la Germania.

Caratteristico colore rosa pallido tendente all’aranciato il Chiaretto di Bardolino è prodotto da uve autoctone della zona, ossia la Corvina, la Rondinella e la Molinara, tutte note per essere povere di antociani. Fatta salva una quota minima del 5% di Rondinella è la Corvina a vera protagonista dell’uvaggio che ora può essere utilizzata fino al 95% del totale.

Freschezza e sapidità sono le caratteristiche principali di questo vino rese tali dal microclima locale, le condizioni climatiche del 2020 hanno consentito un perfetto sviluppo delle componenti aromatiche fruttate delle uve, che si traducono nel Chiaretto di Bardolino nella presenza soprattutto di agrumi e piccoli frutti di bosco. Note che, in un ventaglio di sfumature diverse, ho ritrovato in tutti e 6 i campioni in degustazione.

Il suolo morenico e le costanti brezze del lago, assieme all’abilità dei viticoltori, hanno permesso, nei secoli, di creare un vino con caratteristiche note minerali e saline, molto trasversale e non relegato al solo ruolo di “vino estivo” è ideale come aperitivo, ma al contempo capace di essere abbinato a tante preparazioni gastronomiche, dai primi piatti al pesce di lago fino alla cucina asiatica.

Il mio plauso va al Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino per aver dato vita ad una vera e propria anteprima “a distanza” così ben organizzata, scegliendo i partner giusti e le sinergie utili a creare un evento che in un momento come questo è ancora più significativo. Mi piacerebbe tanto fosse preso da esempio da altri Consorzi di Tutela, che talvolta si perdono l’occasione di riuscire a comunicare prodotti e territori nella maniera più idonea.

Questo l’elenco dei vini in degustazione della mia box:

A. Aldo Adami, Chiaretto di Bardolino 2020
B. Il Pignetto, Chiaretto di Bardolino Le Morandine 2020
C. Le Morette, Chiaretto di Bardolino Classico 2020
D. Marchesini Marcello, Chiaretto di Bardolino Classico Coralin 2020
E. Vinicio Bronzo, Chiaretto di Bardolino Rosa Canina 2020
F. Gentili, Chiaretto di Bardolino 2020

In abbinamento ai formaggi Monte Veronese DOP con tre diverse stagionature:
1. Latte intero
2. D’allevo mezzano 3-5 mesi
3. D’allevo vecchio latte di malga presidio slow food 12-18 mesi

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