LUOGHI

Il Chianti Classico di Cinciano

Ho pensato molto all’argomento del mio primo articolo e poi, come spesso accade, la risposta era nella quotidianità delle cose. Sono l’insider, non posso che inaugurare questa collaborazione parlando dell’azienda in cui lavoro: Cinciano. Il mio punto di vista sarà certamente meno convenzionale, sarà appunto da “addetto ai lavori”.

Se solo questi colli potessero parlare, saprebbero spiegare meglio di me cosa ho provato la prima volta che sono stata a Cinciano. In quel preciso istante per me l’infinito e la maestosità della natura prendevano forma e non riuscivo a credere ai miei occhi. Da Poggibonsi, provincia di Siena, salendo su per il sentiero che porta a Cinciano, si cominciano già ad intravedere vigneti e oliveti. La strada è stretta, ma il panorama compensa tutto il resto. Una volta arrivati in cima, le parole lasciano spazio allo stupore. Cinciano infatti domina la valle dell’Elsa e della Pesa grazie alla sua posizione predominante e centrale sull’ultima colllina al confine ovest con il Chianti Classico e alla vicinanza a Poggibonsi, un tempo chiamato Poggio Bonizio.

Il primo documento ufficiale risale al 1126 e nel borgo si respira la storicità di questi luoghi che sono appartenuti alla Chiesa fino agli inizi del ‘900.

Dal 1983 la proprietà è stata acquistata dalla famiglia Garrè che ha continuato la tradizione della produzione di Chianti Classico e che ancora oggi crede nelle potenzialità di questi luoghi cosi finemente vocati. Azienda vinicola e agriturismo, all’interno del quale ci sono 14 appartamenti e 14 camere inserite in un borgo medievale particolarmente suggestivo, oltre ad un ristorante chiamato Osteria 1126. La perfezione esiste, allora!

Ciò che davvero mi ha colpito sin da subito sono stati l’amore e la dedizione che hanno tutti i dipendenti dell’azienda. “Ti innamorerai di Cinciano, ci lasci il cuore in questo posto”, ed infatti è stato cosi. 24 ettari vitati principalmente a Sangiovese, 1 ettaro di Merlot, 1 ettaro di Cabernet Sauvignon e nuovi impianti di Petit Verdot. 150.000 bottiglie prodotte ogni anno, di cui 80.000 solo di Chianti Classico Docg, perfetta espressione della maestosità del Sangiovese nonchè il vino più venduto. L’azienda ha modellato nel tempo una filosofia aziendale incentrata sulla ricerca, la valorizzazione e l’esaltazione di questo vitigno principe. Grazie alla lunga e comprovata esperienza dell’enologo Stefano Porcinai, le maggiori attenzioni sono rivolte alle operazioni manuali in vigna (selezione dei grappoli, vendemmia) indispensabili per ottenere un’altissima qualità delle uve. Anche in cantina le tecniche sono semplici ma adeguate per enfatizzare quanto più possibile le caratteristiche organolettiche del vitigno. Per la vinificazione si utilizzano acciaio e cemento vetrificato: l’acciaio è sicuramente più semplice da gestire per il team tecnico, anche per i lavaggi e le operazioni giornaliere mentre il cemento vetrificato dalla sua ha una maggiore tenuta termica, indispensabile in fase di fermentazione. I rimontaggi, aperti e chiusi vengono fatti grazie a delle pompe meccaniche e ogni singolo grappolo è coccolato dalla raccolta, unicamente manuale, alla svinatura.

Come capirete, in terra di Sangiovese, è forte la tentazione di spingersi sempre un po’ oltre il limite perché le sfaccettature e le interpretazioni di questo vitigno sono davvero molteplici.

Il punto di forza di Cinciano è sicuramente la sua posizione geografica e la diversità di suoli: si estende infatti su 3 fasce di altitudine corrispondenti a 3 diverse tipicità di suolo. I vigneti di Macericca si trovano a 400 mt s.l.m., caratterizzati da scheletro, importanti per ottenere freschezza ed acidità. La fascia intermedia ha maggiore quantità di argilla che esalta il tannino e dona struttura al vino, mentre la fascia a valle, cosi vicina al fiume Drove, ha molta più sostanza organica per una maggiore persistenza aromatica. Tutto questo variegato panorama, ha aiutato moltissimo le teorie del team tecnico che attualmente sta lavorando anche con alcuni cloni di Sangiovese, principalmente 2006 e 2010 ottenendo grandi risultati.

L’affinamento è in botti grandi di Rovere di Slavonia, da 50 hl per il Chianti Classico (8-10 mesi), 25 hl per il Chianti Classico Riserva (14-18 mesi) e da 18 e 12 hl per la Gran Selezione (20-24 mesi). Tutti 100% Sangiovese. La scelta delle botti grandi non è casuale; infatti, con un maggiore rapporto tra superficie e volume il sentore di legno è sicuramente meno presente, dando quindi modo di esaltare sempre di più il frutto. Piccoli frutti rossi come lampone, mirtillo e ciliegia, predominanti specialmente nel Chianti Classico di annata. La Riserva poi è ottenuta dai vigneti più vecchi: 44-45 anni ed è caratterizzata da un bel tannino, presente e graffiante, che la rende sicuramente unica nel suo genere. La Gran Selezione è invece di stampo più raffinato, vellutata e morbida, perfetta con carni arrosto, alla griglia e formaggi stagionati.

Ma non è tutto. L’azienda produce un Bianco Igp Toscana fatto con 70% Vionier, 20% Sauvignon Blanc e 10% Grechetto ed un Rosato Igp Toscana fatto da 100% Sangiovese ottenuto in criomacerazione, dal colore rosa tenue grazie al contatto delle bucce con il mosto di sole 8 ore. Produce, inoltre, un blend Supertuscan con 40% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon e 20% Sangiovese che affina in barrique e tonneau di rovere francese per 12 mesi; morbido, elegante e strutturato, in questo blend il Cabernet Sauvignon la fa da padrone determinandone la persistenza, la raffinatezza e il colore.

Vi ho incuriositi? Vi aspetto a Cinciano!

Valentina

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