BIRRA

Basilisca story

In ogni viaggio che intraprendiamo c’è sempre un punto di partenza. Quel punto a cui guardare quando la strada ti ha portato un po’ più là. E non c’è nulla che può essere definito partenza più della propria casa o della propria città.

Ed è proprio da qui che ho desiderato partisse il mio viaggio virtuale: da Potenza, la città in cui sono cresciuta. Un piccolo capoluogo di regione abbarbicato tra i rilievi lucani, rinfrescato dall’aria di montagna e illuminato dal sole del sud. Potenza è una di quelle piccole città in cui la periferia non è mai così lontana dal centro. Ed è proprio in questa periferia, tra le strade affollate di macchine, che ho fissato la prima tappa del mio viaggio. Incastonato tra negozi e uffici c’è un microbirrificio, che nel suo nome porta un’orgogliosa dichiarazione di appartenenza: Basilisca. Ed è facile intuire che lucani e potentini sono i tre soci.

Luciano, Giancarlo e Michele, mi aspettano dietro la saracinesca alzata. All’interno la luce è già accesa, segno che il sole è tramontato e i nostri lavori terminati. Come me, come tanti, anche loro tre occupano le giornate con il “lavoro ufficiale” e riempiono gli straordinari con la loro passione. Anche se parlare semplicemente di passione è riduttivo, perché la vita delle piccole, piccolissime realtà produttive è fatta di tante sensazioni diverse, passione, follia, coraggio, dedizione, che insieme diventano magia. E da Basilisca, come nei diversi microbirrifici sparsi nel mondo, la magia ti avvolge non appena entri: in un piccolo spazio è racchiuso un mondo che nell’immaginazione di tanti è vasto e imponente. Tre stanze che, ancora prima che lo facciano i tre soci, ti raccontano di una scelta coraggiosa: “Quando hai una famiglia, moglie e figli, decidere di lanciarsi in un’avventura come questa non è facile – conferma Luciano – a volte ci vuole una piccola spinta”. È come nel bungee jumping: sei lì, pronto per lanciarti, ma i piedi non ne vogliono sapere di muoversi. E allora arriva l’amico che ti appoggia la mano sulla schiena e ti dà la spinta necessaria. Quella mano, nel loro caso, appartiene a Michele. Amico dei due fratelli, Luciano e Giancarlo, anche lui amante delle birre che alla fine ha deciso di saltare con loro.

Da quel “salto” è passato più di un anno.

La burocrazia, i corsi e finalmente la prima birra: una Saison rinfrescante e speziata, dalla schiuma densa e abbondante e, come vuole la tradizione, con un tocco personale. Il compito di imprimere l’impronta Basilisca è spettato a Luciano, lo “chef” del gruppo. È lui che crea ed elabora le ricette, sceglie gli ingredienti. Come un padre orgoglioso, mi racconta che l’idea di una saison come birra d’esordio è nata nella maniera più semplice possibile: “Eravamo a un corso, abbiamo assaggiato una saison e ci è piaciuta. Così abbiamo deciso che saremmo partiti proprio con questo stile”.

Affidarsi al proprio gusto, che poi è quello di consumatori prima ancora che di produttori, sembra essere stata una scelta vincente. In pochi mesi la Saison di Basilisca si è fatta strada in città. L’eccezione a conferma del detto per cui nemo profeta in patria.

Insomma, del fine palato e del naso delicato de “Il mastro” (come si legge sul grembiulone da lavoro di Luciano appeso tra quello di “Giank” e “Mik”) bisogna fidarsi.

A questo punto l’immaginazione più fervida parte veloce e proietta immagini di Luciano, Giancarlo e  Michele tra alambicchi, provette e cotte di prova, come dei novelli apprendisti stregoni. Ma, ancora una volta, la realtà è più magica dell’immaginazione, ancora una volta la maestosità del pensiero si traduce nella poesia del piccolo: “Quando pensiamo ad una nuova birra, a come darle quel tocco personale, sappiamo di poter fare solo poche prove con il prodotto finito. Fare diversamente costerebbe troppo – spiegano i ragazzi – allora cerchiamo modi alternativi per sperimentare. Testiamo gusti e profumi in altri modi, magari bevendo un tè. E, solo quando abbiamo ristretto il campo, prepariamo qualche birra di prova”. E se non è magia questa!

Da un tè a una birra, con un incantesimo degno di uno studente di Hogwarts.

Scherzi a parte, dalle impavide metodologie di sperimentazione, da pochi mesi è nata una nuova birra. La seconda. Una Amber Ale con un piacevole profumo di miele, dal gusto morbido e rotondo, che sul finale sfuma in un leggero amaro. Una birra diversa dalla sorella maggiore, che è un piccolo indizio di quanto il progetto di Luciano, Michele e Giancarlo, sia molto più vasto ed entusiasmante.

Ormai la luna è saldamente al suo posto ed è giunto il momento di proseguire.

Insieme ai profumi ei sapori di Basilisca, porterò con me l’immagine di come la passione e l’amore per ciò che si fa si manifestano in quelle tre stanze, con l’animo che si infiamma ad ogni nuovo progetto e la caparbia volontà di fare in modo che ogni necessità si trasformi in virtù. Allora non è strano che l’immaginare Giancarlo, Michele e Luciano in piena notte, mentre “curano” la loro birra, dia ad ogni sorso un gusto speciale che solo la magia dell’artigianalità può ricreare.

Ah quasi dimenticavo, quando durante il vostro viaggio vi fermerete prima di una nuova tappa, se doveste scegliere una birra Basilisca per rilassarvi fatelo accompagnati dalla musica dei Pearl Jam. Parola di Giancarlo.

Cristiana

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